Tutto quello che devi sapere sulle ragadi in allattamento

Ragadi in allattamento: cosa sono e come intervenire

Quando si presentano le ragadi al seno la sensazione è inconfondibile: un fastidioso e intenso bruciore al capezzolo. Si tratta di piccole ferite che possono insorgere durante l’allattamento a causa dello stress cui il seno è sottoposto durante la suzione del bambino. È fondamentale non trascurarle per evitare che possano allargarsi fino a sanguinare.

Tutto quello che devi sapere sulle ragadi in allattamento
 

Cosa sono e da cosa sono causate le ragadi

Le ragadi possono essere di due tipi: le ragadi a taglio netto, dovute principalmente a un modo scorretto del neonato di attaccarsi al seno, ovvero quando il bambino prende solo la punta del capezzolo, che viene così schiacciata e sottoposta a notevoli sollecitazioni e possibili irritazioni.

Le ragadi sfrangiate, invece, sono costituite da taglietti imprecisi e compaiono quando il capezzolo sfrega sopra il palato, per esempio a causa della forma del capezzolo stesso oppure per la forma della bocca del bambino che gli rende difficile attaccarsi, o ancora per uno scarso tono muscolare o per un frenulo troppo corto che impedisce al bambino di muovere bene la lingua per succhiare e deglutire in modo corretto (la cosiddetta deglutizione peristaltica a strappo). In alcuni casi le ragadi si risolvono spontaneamente, in altri possono aggravarsi e infettarsi.  
 

Prevenire le ragadi durante la gravidanza

Per prevenire l’insorgenza di ragadi è ideale giocare d’anticipo preparando seno e capezzolo alla sollecitazione dell’allattamento. Durante la gravidanza, a partire dal 7° mese, puoi iniziare a prenderti cura del seno, del capezzolo e dell'areola mammaria, massaggiandola con una crema nutriente ed idratante ad alta concentrazione di lipidi naturali, per preparare la cute e renderla elastica.

Per prevenire le ragadi e le smagliature del seno è consigliato l’utilizzo di una crema ad alta concentrazione di lipidi naturali, da applicare più volte al giorno cominciando da capezzolo, areola e poi su tutto il seno. Elasticizzare la cute aiuta inoltre a combattere i diversi stadi di secchezza cutanea e ipersensibilità che possono insorgere durante la gravidanza a causa dei cambiamenti morfologici del seno.


Alleviare il fastidio senza rinunciare ad allattare al seno

Per continuare ad allattare limitando il dolore provocato dalle ragadi, puoi utilizzare paracapezzoli morbidi per proteggere la pelle irritata dalla sollecitazione diretta e troppo intensa. Un ulteriore accorgimento è quello di alternare il seno destro e il sinistro nella stessa poppata (o a poppate alterne), per svuotare completamente i seni e rilanciare la produzione di latte materno.

Nelle ore di riposo, tra una poppata e l’altra, è sempre consigliabile applicare sull’areola e sul capezzolo arrossati una crema lenitiva, idratante e rigenerante ricca di lipidi naturali (Omega 3, 6, 9) e affine alla fisiologia cutanea. Come per tutte le ferite è importante far respirare e arieggiare la cute lesionata tenendo il seno scoperto quando possibile. Associa inoltre l’utilizzo di un reggiseno da allattamento in cotone morbido naturale.


Il consiglio per la pelle degli esperti Fiocchi di Riso

Un alleato prezioso contro le ragadi è il colostro, che aiuta a rigenerare i tessuti. Se le irritazioni e le fissurazioni si presentano nei primi giorni dell’allattamento puoi spremere il seno dopo la poppata per far uscire qualche goccia di colostro. Spalma il colostro direttamente sulle ferite, massaggiando la zona circostante, dopo aver pulito bene il capezzolo con acqua tiepida. Noterai che non si assorbe completamente ma crea una patina protettiva sulle ferite, proteggendole da batteri o agenti patogeni che potrebbero infettarle.
 

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