Il sole rilascia molti tipi di radiazioni elettromagnetiche, dotate di diversa quantità di energia e diversa penetrazione dello strato di ozono, che raggiungono la pelle. I principali tipi di radiazioni che entrano in contatto con la nostra cute – superando barriere meccaniche come nuvole, indumenti e ombrelloni – sono la luce UV, la luce visibile e la luce infrarossa IR. Ma cosa succede quando i raggi UVA, UVB e IR entrano in contatto con la nostra pelle? Penetrano in profondità, con il rischio di alterare il DNA cellulare.
Negli adulti la cute è in grado di mettere in atto meccanismi di autodifesa per respingere o assorbire parte di queste radiazioni, ma nei neonati e nei bambini la procedura è ancora acerba: per questo è così importante prendersi cura della pelle dei più piccoli con una crema solare o un latte solare che abbiano fattore di protezione superiore a 50, una texture spalmabile resistente all’acqua e una formulazione dermoaffine testata sulle pelli più sensibili, senza profumazioni e alcol potenzialmente irritanti. Completando il trattamento con un latte doposole idratante e lenitivo a lunga durata che riequilibri il fisiologico effetto barriera della pelle.
Un’abitudine da mettere sempre in campo in caso di esposizione diretta al sole: non solo al mare e non solo nelle porzioni di pelle che più raramente vedono la luce, bensì anche su mani e viso – le porzioni di cute più sollecitate dai raggi solari. Ricordando sempre che l’esposizione diretta è sconsigliata, poiché la pelle è estremamente vulnerabile alle radiazioni.